Pubblicazioni
Texts
2024
Blooming
Jazz Chong
Siamo entusiasti di darvi il benvenuto in questa occasione importante: la prima mostra personale nella nostra galleria di Annalù, un’artista italiana incredibilmente talentuosa. La mostra, giustamente intitolata “Blooming”, promette di essere un viaggio accattivante nel mondo unico e dimensionale di questa straordinaria artista.
2022
Alchemica
Angelo Crespi
2022
Onirica
Alessandra Redaelli
La prima sensazione che si prova davanti alle opere di Annalù è squisitamente sinestetica. Quello che avvertiamo mentre la materia cattura lo sguardo assomiglia a uno scroscio, un suono morbido ma al tempo stesso assoluto e ineluttabile. Un frangersi di onde davanti allo tsunami che si alza al centro dei Dreamcatcher, oppure un fruscio intenso, come un sussurro di creature fatate, mentre fissiamo lo sguardo sulla chioma inquieta degli alberi scossi dal vento, un fruscio che si intensifica nel momento in cui ci accorgiamo che quelle foglie sono ali, che da qui a un istante tutto volerà via.
2015
Insostenibili leggerezze
Alessandra Redaelli
La prima volta che ho visto dal vivo i lavori di Annalù mi trovavo in un ambiente acquatico. Le luci soffuse si moltiplicavano sulla superficie liquida, percorsa da una vibrazione leggera, e sulle piccole piastrelle al fondo della vasca si rifletteva la danza – una danza lenta, appena percettibile – di quelle silhouettes morbide e fluttuanti. Era l’epoca delle Meduse.
2014
Annalù
Martina Cavallarin
Ci sono artisti che adoperano codici che si spostano all’interno di una temperatura più poetica, altri artisti i cui transiti sono a clima più chirurgico, altri artisti ancora che vivono di dissonanze da misurare calibrate all’interno di un’armonia che sposta l’accento da un atteggiamento all’altro. Si tratta di misurarsi attraverso opere che indagano più materiali e la cui griglia geometrica spazia dall’orizzontale al verticale, con continue intercessioni. Annalù si dedica costantemente a quelle intercessioni…
2014
Voltare pagina
Luigi Mauta
Ne sarebbe valsa la pena leggere quelle impronte alfabetiche, parole silenziose che trasformano un antico tempio dalle porte sbarrate nello strumento di liberazione tra i più potenti. Tra l’uomo e il libro, due universi solitari, è in atto una lenta, graduale rinascita, una nuova vitalità che Annalù dona ad once di carta, ad inchiostro e colla. Le mani tremolanti voltano pagina: un’inaspettata onda diventa grondante, così profonda da immergersi.
2013/2014
Legendary Nature
Carolina Lio
Quando Robert Smithson crea la Spiral Jetty al Great Salt Lake in Utah, Stati Uniti, è il 1970 e gli artisti iniziano a confrontarsi con il problema dell’integrazione dell’ambiente nel loro lavoro. Nasce la Land Art che si può definire come un’arte che lavora con la natura e vi si adatta perchè, anche quando la rimodella, usa solo elementi già preesistenti nel mondo. Un po’ come l’arte povera, ma con una forma più collaborativa di intendere il rapporto tra l’opera e l’ambiente.
2013
Omnis ars imitatio naturae est
Stefano Gagliardi
Il progetto artistico di Annalù esce da tutti i canoni della proposta odierna, fa propria una pratica scultorea innovativa con materiali di normale attualità e, trasformando una indagine intellettuale in creazione artistica, ci incanta, fondendo bellezza e poesia. La vetroresina, lì, era celata dalla stoffa delicata delle sottovesti e quegli animali impossibili, immensi, bellissimi e vivissimi creavano nell’ambiente la suggestione di un incantesimo.
2011
Le Voyage imaginaire
Ivan Quaroni
La definizione del rapporto dell’arte con la natura è un tema secolare, fondato su modelli per lo più imitativi. L’arte, però, può osservare la natura in molti modi. Il modo più semplice e immediato, è quello della trascrizione morfologica, della verosimiglianza ottica, come nel caso di un dipinto che ripropone fedelmente un paesaggio o uno spaccato di vita. Un altro modo, più sottile è quello in cui l’imitazione concerne il modo, più che la forma, diciamo pure le regole e le strutture che presiedono al suo ordinamento.
2011
L’alchimia è la leggerezza
Daniela Del Moro
Nell’ultimo testo scritto per Annalù, ormai tre anni fa, chiudevo lasciando agli artisti che come Lei possiedono il raro dono della “leggerezza” (Calviniana), il compito ed il dovere di aiutarci a far “volare un Angelo”, ovvero un tentativo evolutivo affinchè l’arte ritorni al senso della storia, alla sana educazione del Bello, al sensibile ed alla riscoperta dei “silenzi”.
2010
Immagini d’acqua, mito, reverie
Alessandro Riva
Nel 1988, la rivista Nature pubblicò un articolo che fece scalpore. L’articolo era firmato dall’immunologo francese Jacques Benveniste, e sosteneva una teoria assai bizzarra – che in seguito provocò secche prese di distanza, accuse, controaccuse e smentite all’interno della comunità scientifica internazionale -, ma straordinariamente pregnante dal punto di vista del nostro immaginario diffuso. La teoria era quella che rimase famosa come la scoperta della “memoria dell’acqua”.
2008
Sui passi alati…
Igor Zanti
La figura di Hermes, da un punto di vista mitologico e filosofico, risulta molto complessa e nasconde molti significati reconditi. Tradizionalmente, si attribuisce a questa divinità, generata dai segreti e notturni amplessi di Zeus e della ninfa Maia, il semplice ruolo di messaggero degli dei. Una ricerca più approfondita rivela, però, che questo ruolo di araldo divino, è solo una parte di quello che Hermes ha rappresentato nel mondo antico in generale, ed in quello greco classico in particolare. Hermes era il protettore dei crocicchi, dove le erme con la sua effige e l’organo genitale eretto erano poste a protezione dei viandanti e dei viaggiatori, vegliava, inoltre, sulle anime…
2008
Unaltrove indefinito
Daniela Del Moro
Rimozione e nostalgia sono condizioni umane per eccellenza. E su questo meccanismo mentale molte sono state, negli ultimi venti anni circa, le strategie dell’arte, di quell’arte che allevia dalla vita senza alleviare dal vivere.
Analizzando ad esempio il concetto di memoria, molte ricerche estetiche hanno avuto il filo della memoria come tema conduttore: memoria – e non ricordo (molto più personale e intimo) – esercitata a volte per esorcizzare la profonda e tragica perdita di se stesso, ma anche memoria quale conservazione e preservazione di conoscenze ed esperienze passate.
2007
Ritratto di un’artista distesa
Paolo Donini
Tu soffi
nel tuo filo d’erba, non hai
che questo.
Stai
sotto l’ulivo del giorno, distesa,
non fai niente
per essere niente.
Eppure ho volato
ma del volo mi piaceva
il planare, quell’essere anch’io
sospinta da un nulla
che mi tenne in sé,
perchè, vedi – tu dici –
al vento oscilla
ogni cosa e crede
di vivere.
2015
Insostenibili leggerezze
Alessandra Redaelli
La prima volta che ho visto dal vivo i lavori di Annalù mi trovavo in un ambiente acquatico. Le luci soffuse si moltiplicavano sulla superficie liquida, percorsa da una vibrazione leggera, e sulle piccole piastrelle al fondo della vasca si rifletteva la danza – una danza lenta, appena percettibile – di quelle silhouettes morbide e fluttuanti. Era l’epoca delle Meduse.
2014
Annalù
Martina Cavallarin
Ci sono artisti che adoperano codici che si spostano all’interno di una temperatura più poetica, altri artisti i cui transiti sono a clima più chirurgico, altri artisti ancora che vivono di dissonanze da misurare calibrate all’interno di un’armonia che sposta l’accento da un atteggiamento all’altro. Si tratta di misurarsi attraverso opere che indagano più materiali e la cui griglia geometrica spazia dall’orizzontale al verticale, con continue intercessioni. Annalù si dedica costantemente a quelle intercessioni…
2014
Voltare pagina
Luigi Mauta
Ne sarebbe valsa la pena leggere quelle impronte alfabetiche, parole silenziose che trasformano un antico tempio dalle porte sbarrate nello strumento di liberazione tra i più potenti. Tra l’uomo e il libro, due universi solitari, è in atto una lenta, graduale rinascita, una nuova vitalità che Annalù dona ad once di carta, ad inchiostro e colla. Le mani tremolanti voltano pagina: un’inaspettata onda diventa grondante, così profonda da immergersi.
2013/2014
Legendary Nature
Carolina Lio
Quando Robert Smithson crea la Spiral Jetty al Great Salt Lake in Utah, Stati Uniti, è il 1970 e gli artisti iniziano a confrontarsi con il problema dell’integrazione dell’ambiente nel loro lavoro. Nasce la Land Art che si può definire come un’arte che lavora con la natura e vi si adatta perchè, anche quando la rimodella, usa solo elementi già preesistenti nel mondo. Un po’ come l’arte povera, ma con una forma più collaborativa di intendere il rapporto tra l’opera e l’ambiente.
2013
Omnis ars imitatio naturae est
Stefano Gagliardi
Il progetto artistico di Annalù esce da tutti i canoni della proposta odierna, fa propria una pratica scultorea innovativa con materiali di normale attualità e, trasformando una indagine intellettuale in creazione artistica, ci incanta, fondendo bellezza e poesia. La vetroresina, lì, era celata dalla stoffa delicata delle sottovesti e quegli animali impossibili, immensi, bellissimi e vivissimi creavano nell’ambiente la suggestione di un incantesimo.
2011
Le Voyage imaginaire
Ivan Quaroni
La definizione del rapporto dell’arte con la natura è un tema secolare, fondato su modelli per lo più imitativi. L’arte, però, può osservare la natura in molti modi. Il modo più semplice e immediato, è quello della trascrizione morfologica, della verosimiglianza ottica, come nel caso di un dipinto che ripropone fedelmente un paesaggio o uno spaccato di vita. Un altro modo, più sottile è quello in cui l’imitazione concerne il modo, più che la forma, diciamo pure le regole e le strutture che presiedono al suo ordinamento.
2011
L’alchimia è la leggerezza
Daniela Del Moro
Nell’ultimo testo scritto per Annalù, ormai tre anni fa, chiudevo lasciando agli artisti che come Lei possiedono il raro dono della “leggerezza” (Calviniana), il compito ed il dovere di aiutarci a far “volare un Angelo”, ovvero un tentativo evolutivo affinchè l’arte ritorni al senso della storia, alla sana educazione del Bello, al sensibile ed alla riscoperta dei “silenzi”.
2010
Immagini d’acqua, mito, reverie
Alessandro Riva
Nel 1988, la rivista Nature pubblicò un articolo che fece scalpore. L’articolo era firmato dall’immunologo francese Jacques Benveniste, e sosteneva una teoria assai bizzarra – che in seguito provocò secche prese di distanza, accuse, controaccuse e smentite all’interno della comunità scientifica internazionale -, ma straordinariamente pregnante dal punto di vista del nostro immaginario diffuso. La teoria era quella che rimase famosa come la scoperta della “memoria dell’acqua”.
2008
Sui passi alati…
Igor Zanti
La figura di Hermes, da un punto di vista mitologico e filosofico, risulta molto complessa e nasconde molti significati reconditi. Tradizionalmente, si attribuisce a questa divinità, generata dai segreti e notturni amplessi di Zeus e della ninfa Maia, il semplice ruolo di messaggero degli dei. Una ricerca più approfondita rivela, però, che questo ruolo di araldo divino, è solo una parte di quello che Hermes ha rappresentato nel mondo antico in generale, ed in quello greco classico in particolare. Hermes era il protettore dei crocicchi, dove le erme con la sua effige e l’organo genitale eretto erano poste a protezione dei viandanti e dei viaggiatori, vegliava, inoltre, sulle anime…
2008
Unaltrove indefinito
Daniela Del Moro
Rimozione e nostalgia sono condizioni umane per eccellenza. E su questo meccanismo mentale molte sono state, negli ultimi venti anni circa, le strategie dell’arte, di quell’arte che allevia dalla vita senza alleviare dal vivere.
Analizzando ad esempio il concetto di memoria, molte ricerche estetiche hanno avuto il filo della memoria come tema conduttore: memoria – e non ricordo (molto più personale e intimo) – esercitata a volte per esorcizzare la profonda e tragica perdita di se stesso, ma anche memoria quale conservazione e preservazione di conoscenze ed esperienze passate.
2007
Ritratto di un’artista distesa
Paolo Donini
Tu soffi
nel tuo filo d’erba, non hai
che questo.
Stai
sotto l’ulivo del giorno, distesa,
non fai niente
per essere niente.
Eppure ho volato
ma del volo mi piaceva
il planare, quell’essere anch’io
sospinta da un nulla
che mi tenne in sé,
perchè, vedi – tu dici –
al vento oscilla
ogni cosa e crede
di vivere.